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Tanto rumore per un nonnulla

Non riesco a comprendere perché tutta questa attenzione mediatica su Alex Schwazer. Voglio dire, il caso è chiuso: il colpevole ha ammesso il reato, sono stati presi gli immediati provvedimenti del caso e le condanne arriveranno; ma non capisco perché accanirsi ulteriormente. Intervistare o quasi pretendere i pareri dei familiari e delle persone a lui care mi sembra particolarmente eccessivo: ho un sentito un giornalista televisivo dire che la sua ragazza (la campionessa del pattinaggio artistico Carolina Kostner) «si è chiusa in un silenzio assordante». Mi chiedo: assordante di che? Per dare un segno di inequivocabile disassociazione con il reato commesso dal suo ragazzo cosa dovrebbe fare, lasciarlo?! Penso che queste siano le punte dell'iceberg del nostro mondo dorato della notorietà, dove quando vinci tutti ti osannano, ti offrono contratti di sponsorizzazione e quant'altro, e appena commetti uno sbaglio tutti sono pronti non solo a liquidarti, ma a spalarti fango addosso. Inizio a pensare che oggi sia proprio vero che un atleta vincente è condannato a vincere e basta, deve essere una "macchina da guerra".

Ma quello che non capisco sono i "metri di fango" sbilanciati, direttamente proporzionali al sensazionalismo del momento e non alla reale gravità dei fatti. Penso per esempio a casi ben più gravi e tuttavia meno eclatanti come quello di Riccardo Riccò: uno che per sua ammissione ha praticato autoemotrasfusione (conservando il proprio sangue nel frigorifero di casa per 25 giorni) e accusando di conseguenza un blocco renale, merita giustamente la squalifica che gli è stata comminata, ma dovrebbe scaturire più di un interrogativo, e dibattiti su dibattiti su come si può arrivare a fare una cosa così orribile e rischiosa per la salute.

In ogni caso con tutti i problemi che al giorno d'oggi il mondo ha, penso che la positività all'EPO di Alex Schwarzer sia la cosa meno importante. Ha sbagliato e pagherà, ma dovremmo tutti tacere un po' di più. Mentre dovremmo iniziare a parlare di quello che veramente non va.

Non esageriamo con la tecnologia

Qualche giorno fa mi sono imbattutto sul video riportato sopra, la cui fonte è Repubblica.it.

Io sono un appassionato di tecnologia da quando ero un fanciullo di 7-8 anni, e penso che quello che può realmente aiutare un bambino è comprendere la logica con cui si comporta e si comanda un elaboratore elettronico, insieme l'informatica (la scienza, da non confondere con la ridicolaggine stile ECDL, che sarà anche utile ma è tutt'altra roba), con cui oggi può essere tranquillamente assimilato qualsiasi mezzo che abbiamo tra le mani. La logica e l'informatica sono importanti aspetti matematici che saranno sempre più importanti nella vita moderna, che ci potranno e ci stanno già semplificando più o meno la vita.

Di questo uso passivo e "bovino" della tecnologia, soprattutto da parte dei neonati, se ne può e se ne deve fare a meno: non aiuta affatto l'apprendimento dei bambini, anzi lo altera. E penso che il motivo sia perché in questa maniera le loro prime esperienze nascono in un ambiente virtuale anziché in quello reale: noi adulti finora siamo cresciuti nella realtà percependo il virtuale come una riproduzione simulata (e quindi approssimata, semplificata) della realtà; se le nuove generazioni fin da neonati cresceranno in un ambiente virtuale, come vedranno la realtà? La realtà non è MAI (scientificamente parlando) una riproduzione simulata del virtuale.

Per cui - per il bene dell'umanità - non esageriamo con la tecnologia.

Lavori, per tutti ma non per chiunque

Qualche giorno fa è morto Steve Jobs, il fondatore di aziende come Apple e NeXT e amministratore delegato di Pixar (in origine costola di LucasFilm di George Lucas). E improvvisamente la massa viene acculturata su questo personaggio, altrimenti relegato alle solite pagine di riviste e giornali dedicate alla tecnologia. Onestamente me ne stupisco qui in Italia, dove alla tecnologia o al mondo dei nuovi media non solo viene dedicato poco spazio, ma quando se ne parla ne vengono spesso citati solo i misfatti. Perché questa volta invece si decantano le lodi per questo uomo? Sicuramente perché ha influenzato la società, su questo non ci sono dubbi: quante volte ci si è imbattuti nella scena seguente?

- Ho comprato un lettore MP3 della <marca_qualsiasi_ma_non_apple>. - Ah, hai preso un iPod.

Le trovate della Apple - il Macintosh (probabilmente la declinazione di Personal Computer più vicina a quella che conosciamo oggi) e i vari iQualcosa - hanno veramente dato una svolta ad una società che vedeva la tecnologia come qualcosa dedicato solamente ai professionisti e ai nerd, rendendo le cose maledettamente facili e belle. In breve la parola magica è immediatezza: sia nelle forme dei suoi device (immediatamente belle e accattivanti), sia dei suoi sistemi operativi (Macintosh e Mac OS X prima e iOS poi), sia nella comunicazione (immediatamente comprensibile anche ai novizi, ed anche ironici nella serie Mac vs PC).

Ma per quanto riguarda il sottoscritto, la genialità di Steve Jobs finisce qui. Per me non è stato un guru, un "Leonardo Da Vinci" contemporaneo come hanno scritto in tantissimi, e il gioco delle tre mele (quella di Eva, quella di Newton e quella di Jobs) e quant'altro. Faccio mio lo slogan dei primi iMac: think different. Sì, perché io penso proprio in maniera differente. Io penso che sia stato un grandissimo innovatore del mercato tecnologico, con uno spiccato senso del marketing e che indubbiamente ha fatto un lavoro migliore - alla lunga - di Bill Gates e della Microsoft: tecnicamente non ci voleva gran ché, ma per quanto riguarda tutto il resto del lavoro in termini di marketing, appeal, pubblicità e quant'altro sta alla base della buona riuscita di un prodotto commerciale, sotto la sua direzione la Apple ha fatto un lavoro titanico. Questo gli va onestamente riconosciuto.

Ma quando si dice che ha cambiato il nostro mondo e tutte le altre menate che la televisione ci sta buttando addosso, mi sento urticare dietro la schiena. Soprattutto quando a condurre queste trasmissioni sono personaggi - giornalisti del servizio pubblico su cui non metto in dubbio la professionalità, ma che quando parlano di tecnologia è meglio che lascino parlare qualcun altro - che dicono che "grazie a lui abbiamo un modo di comunicare con il mondo e con ognuno di noi che altrimenti non ci sarebbe stato" e che "senza Steve Jobs non avremmo il mouse"1, oppure che "Amazon dovrebbe ringraziare Steve Jobs, perché senza gli strumenti usciti dal suo genio creativo non esisterebbe" o ancora che grazie a lui abbiamo il cambiamento sociale che ha portato alla primavera araba2, penso che siamo veramente al frullatore della conoscenza, dove possiamo dire tutto e il contrario di tutto. Se a scuola mi chiedessero "Chi ha inventato l'automobile?" e io gli rispondessi "Henry Ford" non penso che prenderei un bel voto... Tutte le eccezionali cose decantate sopra infatti si devono a ricercatori universitari, a liberi imprenditori e all'intera umanità - noi stessi - della Rete, che può esistere grazie a persone che hanno lasciato libero e collaborativo lo sviluppo di essa, non di certo a Jobs.

E ancora - come soleva dire spesso Jobs nei suoi quasi messianici Keynote - there's one more thing, c'è un'altra cosa. Ma per questa lascio la parola a Richard M. Stallman, il VERO filosofo dell'informatica, riportando quanto ha scritto sul suo sito web:

Steve Jobs, the pioneer of the computer as a jail made cool, designed to sever fools from their freedom, has died. As Chicago Mayor Harold Washington said of the corrupt former Mayor Daley, "I'm not glad he's dead, but I'm glad he's gone." Nobody deserves to have to die - not Jobs, not Mr. Bill, not even people guilty of bigger evils than theirs. But we all deserve the end of Jobs' malign influence on people's computing. Unfortunately, that influence continues despite his absence. We can only hope his successors, as they attempt to carry on his legacy, will be less effective. Verbatim copying and redistribution of this entire page are permitted provided this notice is preserved. Steve Jobs, il pioniere del computer come una prigione dorata, progettata per separare gli sciocchi dalla loro libertà, è morto. Come disse il sindaco di Chicago Harold Washington dell'ex sindaco corrotto Daley, "Non sono contento che sia morto, ma sono contento che se ne sia andato." Nessuno merita di dover morire - né Jobs, né Mr. Bill, neanche le persone colpevoli di mali peggiori di loro. Ma noi tutti meritiamo la fine dell'influenza maligna di Jobs nell'informatica di massa. Sfortunatamente, quest'influenza continua nonostante la sua assenza. Possiamo solo sperare che i suoi successori, nel tentativo di portare avanti la sua eredità, siano meno efficaci. La copia letterale e la ridistribuzione di questa intera pagina sono consentiti a condizione che questa nota sia riprodotta.

Si può essere d'accordo che il padre del Software Libero, il fondatore della Free Software Foundation, abbia palesemente esagerato. Ma mica poi più di tanto. Per il sottoscritto, che cerca di vedere - per quanto possibile - l'eticità delle cose, è alquanto giusto ricordare quanto sia poco libero il mondo Apple. Perché quello che Jobs è riuscito a creare è un ecosistema tecnologico: un mondo tutto fatto di mela, dal computer iMac e Macbook, all'iPod, all'Apple TV, all'iPhone, all'iPad fino all'iCloud. In questo è stato sicuramente il maestro, battendo Microsoft (scoperta sul lato mobile) e Google (scoperta sul lato hardware). Un ecosistema tuttavia chiuso, chiusissimo, fortemente dipendente da quanto viene venduto nel suo App Store, o meglio da quanto un'applicazione rispetti le regole di Apple per poter entrare nel suo negozio. Un esempio forse eclatante è il caso di Phone Story, la app che è stata rimossa perché "rappresentava violenza e abuso di bambini" e "mostrava contenuti crudi"; peccato che quel gioco mostrasse i lati oscuri della produzione degli stessi iPhone e di altri smartphone, "dagli orrori legati all'estrazione delle materie prime in Africa" (il Coltan in Congo, ad esempio) "alle condizioni di lavoro degli operai delle fabbriche di assemblaggio in Cina", fino all'e-waste in Pakistan (fonte). Mi viene sempre di più da dire che il mondo Apple è "solo fumo agli occhi", e oltre la nebbia cosa rimane? Rimane una società imbrigliata ad un mondo chiuso dalle app, dove "c'è tutto quello che ti serve", secondo la Apple ovviamente. Perché ad esempio un utilissimo programma libero come VLC media player è stato gentilmente rimosso, mettendo in luce tutta la differenza fra l'EULA dell'App Store e la GNU GPL (fonte). Questioni di licenze d'uso, per qualcuno finezze, ma se una licenza libera (come la GNU GPL) non può entrare nell'App Store, allora il mondo Apple non si può dire aperto. E allora non è tanto differente dal così nemico emisfero Microsoft, che continua a proporre un mondo dove il codice sorgente è chiuso, e dove quindi non sappiamo come sono fatti e soprattutto cosa esattamente fanno i sistemi operativi: è stato per caso che qualcuno ha scoperto che gli iPhone inviavano di continuo ad Apple la loro posizione geografica, insomma che ci stavano monitorando (alla faccia dello spot della Apple per il Macintosh, dove abbattevano il mondo orwelliano di 1984). Possiamo dire che era una svista, ma se tutto il software fosse libero questa svista sarebbe stata corretta in pochissimo tempo da chiunque, mentre Apple lo ha fatto solo quando ha ritenuto il momento di farlo.

Questo è il mondo che mi rifiuto di vivere, per questo per me Steve Jobs non è stato un guru, semplicemente è stato un grande imprenditore e innovatore. Ma forse è per questo che ce lo propongono come esempio di vita: il classico self made man. La classica visione individualista.

Alla faccia della generazione social...

Note

1. Nelle fasi iniziali di "Jobs, l'uomo che sussurrava al futuro" della puntata speciale di Agorà di giovedì 06/10/2011 (richiede Silverlight, o Moonlight su sistemi GNU/Linux). Torna su 2. Nel servizio "Tributo a Steve Jobs" della puntata di Unomattina di venerdì 07/10/2011 (richiede Silverlight, o Moonlight su sistemi GNU/Linux). Da notare che la musica utilizzata nel servizio di Giovanna Botteri è "Solar Sailer" dei Daft Punk, tratto dalla SoundTrack di TRON:Legacy 🙂 Torna su

Update: sono riuscito a trovare questa fonte, in cui verrebbe spiegato il perché del paragone fra Steve Jobs e Richard J. Daley che Stallman presenta. Secondo l'articolo, Daley era un politico mai direttamente  condannato, ma che tuttavia guidava un establishment di amministratori corrotti dal crimine organizzato. È doveroso sottolinearlo per comprendere il parallelo effettuato da Stallman tra Daley e Jobs. È difficile dissentire, se si considera Jobs il simbolo di Apple negli ultimi vent’anni. In sostanza penso che più che con Jobs, Stallman ce l'abbia con Apple, ma siccome la Apple è incarnata dalla figura di Jobs...

Arriva Balthasar

Dopo 8 anni di onorato servizio, ecco che Melchior piano piano esce di scena. Ormai le sue potenzialità stavano diventando sempre più insufficienti, senza contare che inspiegabilmente (oppure no?) la partizione di Windows XP soffriva cronicamente di rallentamenti ingestibili (al limite del crash di sistema) che portavano nel 100% dei casi al reset del PC. Certo potevo reinstallare tutto, ma non ne avevo proprio il tempo e la voglia visto che comunque il PC era insufficiente per due utilizzi per cui ho il pallino: le macchine virtuali e le simulazioni automobilistiche. Nel tempo ho aggiornato alcuni pezzi di Melchior finché ho potuto (aggiunte spesso condivise in questo blog), ma oramai il collo di bottiglia era diventato il microprocessore, un AMD AthlonXP 1250 che ormai faticava a caricare un video di YouTube. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato vedersi regalare F1 2010 - il videogioco ufficiale della Formula 1 - e non poterlo utilizzare né su Melchior né su Arael (il mio notebook) perché la scheda video che montavano non rispondeva ai requisiti minimi di sistema dei videogiochi moderni. Fra l'altro fu sempre la Formula 1 (ma allora fu Grand Prix 4) a portarmi all'acquisto di Melchior... Il nuovo PC - acquistato presso Computer House, a pochi passi da casa mia - non è un supercomputer, ma penso risulti un buon compromesso fra prestazioni e portafoglio, che montava già tutto quanto cercavo da un po' di tempo, almeno nella configurazione base del PC che avevo in mente. Questo nuovo compagno di avventure non poteva non ereditare la nomìa del predecessore, e quindi è stato battezzato come Balthasar, il secondo dei tre supercomputer che formano il MAGI System, uno dei pilastri non solo dell'agenzia speciale NERV, ma della gestione ed amministrazione della città fortificata di Neo Tokyo-3 nel mondo immaginario di Neon Genesis Evangelion. Balthasar monta un microprocessore Tri Core della AMD da 3.1GHz (AMD AthlonII X3 445) su una scheda madre Sapphire (PI-AM3RS760G) con scheda audio (Realtek ALC662) e video (ATI Radeon 3000 da max 512MB mutuati dalla RAM di sistema) integrata. La soluzione della scheda video integrata non è certamente una soluzione molto performante, ma per gli usi a cui finora sono abituato (anche di gaming) mi garantisce comunque i risultati che mi bastano, senza contare che il chipset AMD 760G dà la possibilità di upgrade futuri grazie alle funzionalità Hybrid Graphics, nel caso voglia aggiungere successivamente una scheda video discreta (ovviamente AMD/ATI). La RAM è composta da due banchi Transcend DDR3 1333 MHz da 2GB, il masterizzatore DVD SuperMultiDrive è un LG GH22NS50 e l'Hard Disk è un Western Digital da 1TB a 7200rpm e 64MB di cache. Tutto è contenuto in un cabinet della Nilox con alimentatore da 500W. Da Melchior ho mutuato la scheda PCI che aggiunge a Balthasar due porte FireWire standard e una i.Link (per la videocamera), la tastiera e il mouse. Ho effettuato invece un cambio di monitor: oramai abituato al formato Wide fra televisori e notebook, continuare a lavorare con un classico LCD da 15" con 8 anni di vita mi sembrava alquanto scomodo, anche perché cominciava a mostrare un po' i segni del tempo. Così ho approfittato della presenza in negozio di un monitor PackardBell Viseo 200T Touch Edition da 20" Wide di seconda mano, utilizzato solo per pochi mesi e ancora in garanzia, che ho comprato per € 100. Inoltre ho deciso di rendere indipendente Balthasar dalle bizze della rete Wi-Fi, vista anche sua la posizione infelice rispetto al router casalingo; così ho acquistato una coppia di adattatori per reti PowerLine della ASUS (ASUS PL-X31M), in modo da usufruire della rete elettrica per trasportare il segnale di rete dal router al PC, con un notevole miglioramento delle prestazioni della rete stessa. Il tutto (monitor incluso) per la cifra di € 500. Su Balthasar ho installato Microsoft Windows 7 Professional SP1 (principalmente per i software ad uso accademico e i giochi proprietari) e Ubuntu GNU/Linux 11.04 Natty Narwal, entrambe nell'edizione a 64bit, anche se questa volta sono stato tentato di provare altre strade che vorrei intraprendere da un po' di anni, come Debian o Arch. Soluzioni che comunque conto di provare su macchine virtuali, ora che finalmente il processore Tri Core monta il set di istruzioni AMD-V dedicate per la virtualizzazione e VirtualBox va alla grandissima. La cosa che mi ha stupito è che Windows con 7 ha fatto un prodotto finalmente accettabile e che tutto sommato apprezzo, e che l'installazione di Ubuntu è stata facile e molto più rapida di Windows 7, ma che soprattutto ha riconosciuto e reso funzionante da subito tutte le periferiche, anche la funzione touchscreen del monitor, mentre in Windows non funzionava l'audio e ho dovuto cercare i driver appositi. Questo per chi crede che Linux sia difficile da installare 🙂 Ora ho tra le mani un calcolatore pronto a macinare kilometri di piste virtuali (con ogni mezzo a disposizione) e sistemi operativi da provare, in attesa di installare anche qui emulatori di altre macchine come DOSBox e MAME. Sperando che Balthasar abbia lunga vita come il suo predecessore. A proposito, che fine farà Melchior? Non lo so ancora: il mio desidero sarebbe fare una bella, sana e civile operazione di trashware, ovvero rimetterlo in sesto, installare una distribuzione GNU/Linux (occhio alla leggerezza) e donarlo a qualche scuola, ma potrebbe prendere anche altre strade ancora tutte da vagliare. Male che vada me lo tengo io e lo utilizzo come server domestico, cosa su cui vorrei lavorare ed imparare un po' di nozioni 🙂

La Coppa Italia 2010 – Soddisfazioni e rammarichi

È con mio grande dispiacere che vi annuncio che non potrò partecipare alla gara di sabato: 5 giorni di antibiotico non sono stati sufficienti a togliere definitivamente la febbre, che - anche se di poco - continuo ad avere. I raggi al torace eseguiti oggi hanno evidenziato un focolare ai polmoni di lieve entità. Questo comporta altri 8 giorni di antibiotico, vitamine e riposo completo. Mi dispiace molto, ma soprattutto mi scuso perché con buona probabilità tutto questo è nato da mie scelte, a posteriori evidentemente errate. Auguro buona fortuna a tutti per sabato e un arrivederci a dopo il 18 maggio. A presto!!!

E' con questo SMS - inviato ai miei maestri e a Beatrice - che ho dovuto dire addio alla Finale di Coppa Italia di Danze Jazz & Freestyle. E per me è un vero dispiacere, perché si butta un po' alle ortiche il lavoro cominciato fin da febbraio, quando io e Beatrice ci siamo lanciati in questa avventura del professionismo, che inizialmente consideravo esattamente come un'avventura. Semplicemente perché non avevo la minima idea di qual'era il livello mio e della categoria dove sarei finito, ovvero la classe B (agonismo di base). Senza considerare il fatto che nel frattempo cominciava l'ultimo ciclo di studi universitari con i due laboratori che portano via un sacco di energie, ma che nel frattempo regalano anche tante soddisfazioni. Ed invece quell'avventura ha regalato tante emozioni penso (e spero) ad entrambi, a me sicuramente.

Dopo un Campionato Regionale vinto a mani bassissime, vista l'assenza di concorrenza, sono incominciate le gare valide per la classifica finale di Coppa Italia. La prima a cui abbiamo preso parte si è tenuta il 20/03 a Strada in Chianti, piccolo paese nelle colline fiorentine. Il Trofeo Royal Step era valevole come 4° prova di Coppa e le coppie partecipanti erano ben 5. Forse poche per i meno informati, ma per noi già un numero ragguardevole, considerato il fatto che in quattro gare disputate l'anno scorso fra gli Amatori solamente ai Campionati Regionali ci siamo dovuti misurare con una coppia avversaria, e che alla fine abbiamo battuto. Un debutto in Coppa combattuto, in cui ero piuttosto nervoso: alla fine ho cercato di limitarmi a fare le cose che avevamo preparato in allenamento per evitare di commettere grossi errori. Quando poi si arriva alle premiazioni dove vengono letti i verdetti per comporre il podio e vedi che il tuo nome non lo chiamano mai, l'emozione sale forte e si rimane in attesa trepidanti; se poi si rimane in attesa con un'altra coppia a giocarsi i due gradini più alti la tensione cresce ancora di più. Alla fine abbiamo concluso con un bel 2° posto: la piazza d'onore è stato il risultato più giusto, e io ero sicuramente soddisfatto di essere arrivato così in alto da aver rischiato quasi il colpaccio. Per me che sono spesso dubbioso sulle mie possibilità un risultato così valeva moltissimo.

La seconda gara a cui abbiamo preso parte si è svolta il 18/04 a Cesena (FC): il Trofeo Città di Cesena, valido come 6° prova di Coppa Italia. L'anno scorso vincemmo la gara - senza concorrenza - della classe amatoriale. Ottenere un risultato simile un anno più tardi fra gli agonisti mi avrebbe fatto molto piacere. Il numero dei partecipanti è lo stesso dell'altra volta. A differenza dell'altra gara di Coppa - vuoi per la trasferta nettamente più abbordabile, vuoi perché non mi sentivo in gran forma - ero piuttosto abbacchiato, tant'è che quando Mario mi ha chiesto "Allora Fabio, sei pronto carico?", gli ho detto blandamente "Eeeehhh! Non sono carico per niente!". In effetti mi sentivo pronto per la bagarre, ma al contempo per niente in trance agonistica, come se la gara dovesse farla qualcun'altro. Una cosa che - riflettendo bene - mi succede tutte le volte che devo salire sul Kart; poi però appena seduti in abitacolo e calato il casco le cose cambiano profondamente, anche se si è solo fra amici... E forse quella volta è successo esattamente uguale. Morale della storia si ripete il rito delle premiazioni, tensione a mille... Ma questa volta il secondo gradino tocca ai vincitori di Strada in Chianti, mentre io e Beatrice saliamo sul gradino più alto. Una vittoria importante per me (la prima in Coppa in classe B), anche perché ci rilanciava nella classifica di Coppa: con solamente due gare all'attivo eravamo al 3° posto in graduatoria, grazie ai due buoni piazzamenti raggiunti nelle due gare a cui abbiamo partecipato. La prova di questo pomeriggio a Rimini poteva diventare l'occasione per salire ancora di più classifica, oltre al fatto che ci era necessaria per poter entrare in Ranking, poiché mi sembra di capire che occorrano tre gare per poter figurare nella Classifica Finale di Coppa (dove contano i tre migliori piazzamenti per ciascuna coppia). Purtroppo però mi sono ammalato proprio prima dell'ultima gara.

Sabato 1° maggio sono andato a fare un giro al mare (a Marina di Ravenna) con i miei amici. Una bella giornata (a dispetto del maltempo che invece si è abbattuto nei giorni seguenti) ma parecchio ventosa, e - come spesso mi succede - tanto vento porta con sé tanti problemi fisici. Questa volta ha portato un'infiammazione alla gola (con febbre già alta sabato sera) che, per mia incuria, è poi degenerata nel focolaio sopra descritto. Penso infatti che andare ugualmente ad allenamento il lunedì immediatamente seguente - nonostante facessi già uso di antibiotici - per preparare l'ipotetica gara di oggi solo perché la febbre non c'era sia stata una scelta piuttosto sciagurata. Però la voglia di prepararmi per l'ultima gara di Coppa (visto che avevamo già perso un allenamento) era veramente tanta...

Adesso non rimane che l'ultima gara della stagione, ovvero i Campionati Italiani. Probabilmente è la più importante della stagione e devo essere contento di potervi partecipare, ma il rammarico di non aver onorato l'impegno di Coppa è veramente grande. Non solo perché mi sono ammalato, non solo perché non vi ho potuto partecipare io, ma soprattutto perché che ho impedito anche alla mia partner di poter gareggiare. E si sa che per me molto spesso gli altri vengono prima di me. In ogni caso ci sono 22 giorni fra oggi e la gara, e abbiamo tutto il tempo per recuperare preparazione atletica e tecnica. Bisogna solo lavorare molto.

Ed evitare di commettere altre scelte infelici.

Consuntivi di fine anno

Anche questo anno è giunto al termine, ed inevitabilmente giunge il momento di fare bilanci, inventari eccetera. In tal senso ne approfitterò per parlare di cosa mi è capitato negli ultimi tempi, visto che ho lasciato abbandonato il Blog per tantissimo tempo: anche questo è un pauroso segnale di quanto Facebook stia invadendo la mia vita privata. Onestamente preferisco il Blog al Social Network, è molto più personale, ma quest'ultimo è così rapido ed immediato... E poi io non ho più tanto tempo, o se vogliamo non me ne prendo più un po' per scrivere della mia vita 🙂 Comunque chiedo scusa a tutti quelli che non risiedono nel Social Network per antonomasia e torno a raccontare quello che è successo nell'ultimo... negli ultimi periodi!

Partiamo dall'Università, in cui sembra che abbia acquisito una certa continuità di attenzione, impegno e rendimento; quello cioè che volevo riacquistare da anni. E' incredibile notare quanto per un buon annetto mi spremessi le meningi per cercare di capire dove stessi sbagliando, senza ottenere nessun risultato utile e - fra l'altro - senza ottenere nessun miglioramento nel rendimento. A rendere tutto questo possibile sono stati a mio avviso due fattori: il primo penso sia indubbiamente la Fede, che mi ha permesso di riottenere la serenità e la pazienza di riaprire i libri e di applicarsi e di non disperarsi eccessivamente se qualche cosa non va, il secondo penso sia la mia nuova attività sportiva -  seppur limitata - del ballo, che ha giovato pienamente dal punto di vista psicofisico e dal punto di vista della concentrazione, oltre ad avermi ricordato che se ci si prepara bene ad una gara i risultati poi arrivano (non facendo più gare sportive dalle scuole medie me l'ero un po' scordato). Quest'estate sono riuscito a preparare due esami (Diagnostica e Controllo LS e Sistemi di Controllo Distribuito LS) che avevo già tentato l'anno scorso: questo mi ha reso molto felice perché mi ha mostrato proprio il cambio di pagina di cui parlavo: l'anno scorso è stato difficilissimo prepararsi per questi, mentre quest'anno mi è pesata molto meno, e l'impegno è stato inversamente proporzionale a tale peso. Purtroppo non sono riuscito ancora a passare Sistemi Logistici LS (che sono deciso a dare dopo le feste natalizie), anche se di quello ho consegnato il progetto qualche giorno fa con un buon risultato.

Continuiamo poi con la mia vita privata. L'estate non è trascorsa solo sui libri, anche se non posso dire di aver fatto chissà cosa. Diciamo che è stata molto abitudinaria, con qualche giornata dedicata al puro divetimento. Durante la settimana studio mattina e pomeriggio, poi la sera uscita con gli amici o a ballare. Quest'anno sono riuscito a ballare due sere a settimana: il martedì andavo al Barcelona di Bagnacavallo (RA), dove si teneva un corso gratuito di avviamento alle Danze Folk Romagnole e poi si ballava Boogie Woogie, il giovedì si ballava Boogie Woogie alla Via en Rose qui a Imola. E' capitata anche qualche puntata in piscina nel tardo pomeriggio: so benissimo che arrivavo quando gli altri andavano via e quando le mie amiche erano già lì da almeno un'ora e mezza, ma in questo modo riuscivo a conciliare equamente studio e svago, oltre al fatto che essere in piscina verso fine giornata ha i suoi indubbi vantaggi sulla pelle, specie la mia che è molto chiara. Dicevo delle giornate dedicate al puro divertimento: sono state isolate ma parecchie, e inoltre ho provato cose che non avevo mai fatto. In primis ho trascorso un weekend con i miei a Ljubljana, per portarli nel bellissimo posto che avevo visitato con l'Università alla fine dell'anno scorso. Un viaggio nato così per caso, ma che è stato molto bello: la cosa che mi è piaciuta di più è il fatto che per la prima volta sono io che ho organizzato la vacanza ai miei piuttosto che il contrario, e il risultato è stato direi buono visto che ci siamo divertiti tutti. Poi ho trascorso un weekend con i miei amici in campeggio a Marina di Ravenna (RA): sebbene fosse la seconda volta che andavo in campeggio, era la prima in cui andavo con la tenda anziché il bungalow. A parte la notte, dove dormire è stata dura (nel vero senso della parola, dormir per terra col sacco a pelo non è comodo comodo), è stata un'altra esperienza da 10+, che mi piacerebbe riprovare. Inoltre - dopo tanto tempo che non ci andavo - sono tornato nei parchi divertimenti: per la prima volta sono stato a Mirabilandia, dove - come mio solito - non ho fatto gran ché, forse perché non mi piaceva molto il posto; poi sono andato a Gardaland, dove invece ero già stato altre volte. Qui, però, per la prima volta sono riuscito a fare quasi tutte le attrazioni "grosse" (escludendo il Blu Tornado, lo Space Vertigo e il Top Spin). Difficile dire quale sia stata la più divertente, sono indeciso fra il Mammut (il family Roller Coaster più grande d'Italia) lineare, rapido e soprattutto lungo (durerà circa 2-3 minuti) e il Sequoia Adventure, quello dove si sta a testa in giù. Per me che non faccio mai le giostre adrenaliniche, anche le più semplici, è stato un passo importante, come superare delle paure interiori che si hanno da sempre.

Per quanto riguarda invece le attività con l'ImoLUG, l'associazione ha incrementato gli sforzi interni ed esterni. Internamente siamo riusciti a fissare incontri mensili mediante i quali conoscersi e cementare il gruppo (mossa a mio avviso azzeccatissima), esternamente abbiamo realizzato una serie di incontri aperti al pubblico per la diffusione della cultura informatica nel senso più ampio, quindi non tanto GNU/Linux ma piuttosto parlare di informatica e tecnologia, di reti informatiche ecc. Incontri realizzati a Granarolo Faentino e a Imola, oltre al consueto doppio LinuxDay di fine ottobre, quest'anno degnamente ospitato a Imola dall'ITIS "Alberghetti". Inoltre l'ImoLUG si è fatta promotrice ed attuatrice del progetto "Insieme con PinetoLUG" per realizzare una sorta di Internet Point libero e gratuito riassettando gratuitamente vecchi PC in disuso e configurandoli con GNU/Linux (una bella pratica di trashware) per permettere alla popolazione di Pineto - paese colpito dal sisma in Abruzzo - di poter comunicare con amici e parenti lontani. Progetto concretizzato con la consegna di diverse postazioni a Pineto che andranno alla biblioteca comunale della città. Devo ringraziare tanto il direttivo ed i miei colleghi associati per tutte queste iniziative, non sono di certo mie! Io sono solo un associato che quando può cerca di prestare manodopera e condividere il misero know-how che possiede per rendere possibili questi eventi.

Se l'anno scorso il passo importante è stato associarmi all'ImoLUG, quest'anno la pietra miliare è stato diventare un ballerino agonista - seppur a livello amatoriale - nella Danza Sportiva FIDS con il Club The Stars. Un'esperienza che - come ho avuto modo di esprimere nel corso dell'anno - mi ha permesso di chiudere un libro della mia vita ed iniziarne un altro. Un vero e proprio spartiacque è stato rappresentato dalla vittoria del Campionato Regionale ad inizio marzo. Da lì poi si sono succedute le altre vittorie: al Trofeo Città di Cesena, al Trofeo "Fred&Ginger" (a Forlì) e alla Coppa Emilia Romagna Amatori. Vittorie tutte piuttosto facili, visto che ero da solo o al massimo con una coppia sfidante, comunque sufficienti a farmi ritrovare quella grinta e quella fiducia nei miei mezzi che da tempo avevo perso. Unico neo: non aver potuto partecipare al tradizionale spettacolo dell'Epifania perché ero ammalato.

Dal punto di vista sportivo, un elogio a Ross Brawn e a tutta la Brawn GP, piloti compresi. Hanno meritato la vittoria del Campionato del mondo, così come le mie felicitazioni vanno alla Red Bull - bravissima a recuperare tecnicamente nel corso del Campionato partendo dalla macchina più difficile da adattare al nuovo Double Decker - e a Felipe Massa, che potrà tornare tranquillamente a fare quello che gli piace di più dopo un incidente gravissimo, che si spera non si ripeta più.

E l’ambito affettivo? La cosa positiva è che finalmente sono riuscito a darmi una smossa, la cosa negativa è che non mi è andata bene. E dire che credevo che stavolta fosse la persona con cui costruire qualcosa di importante per entrambi ... Ma si sà, per queste cose bisogna essere in due. Spero solo che lei non abbia a pentirsene. Bisognerà continuare ad aspettare, continuando serenamente la propria vita. Prima poi un'altra occasione arriverà ...

Propositi per il nuovo anno? Concentrarmi sull'Università e cominciare piano piano a tagliare qualche ramo secco dall'albero della mia vita. Lo so è triste, però se quest'anno ho cominciato, grazie a Dio, ad occuparmi in parte anche di me stesso, occorre continuare nel personale lavoro di ottimizzazione. Gli amici e il resto che colora la vita - a cui voglio un bene infinito - sono tutti doni del Signore, che continuo e continuerò a ringraziare e che prego affinché siano sempre con me.

1G1 Awards 2009

Torna anche quest'anno la mia personalissima rassegna dei premi per quanto riguarda tutti i comparti multimediali. Ricordo che in questa classifica possono comparire opere create in ogni epoca della storia umana, tutto dipende dall’effetto psicotropo che hanno avuto sul sottoscritto durante questi 12 mesi. Siete pronti? Let’s go…

Best Music Album 2009

Nomination

The winner is … En Vogue – Best of En Vogue

Un successo assolutamente inatteso, anche perché pochissimi di voi - o forse nessuno - conosce il quartetto femminile di musica R&B, soul e pop. Ad essere onesti non le conosco molto nemmeno io, però ho trovato questa vecchia raccolta (è del 1999) cercando una canzone che mi era rimasta nella memoria fanciullesca e che non avevo più ritrovato poiché non conoscevo né titolo né artista. Il brano è poi risultato chiamarsi Free Your Mind, un brano funk-rock: era il lontano 1992. Assieme a quello sono spuntate fuori canzoni a me sconosciute, ma che mi ricordavano tanto lo stile di certe canzoni che negli anni '90 ero solito ascoltare con mia sorella. In ogni caso se siete amanti del genere R&B e soul, questa raccolta può essere di gradimento. Per quanto riguarda gli altri al secondo posto si piazza la raccolta dei Jamiroquai: un po' perché lo stile funky di questo gruppo mi è sempre piaciuto, un po' perché questa raccolta è stata la compagna di viaggio di tante trasferte, a cominciare dalle gare di ballo che quest'anno ho svolto fra Budrio, Cesena e Forlì. Una raccolta che alla guida mi dà la giusta tranquillità per sostenere anche i viaggi più impegnativi. Viene poi lo sconvolgente album di Lady GaGa, che nei tragitti casa-università è diventato un must: non mi piacciono tutte le canzoni, comunque - essendo l'album che (a mio avviso) ha rinnovato di più il panorama musicale in quest'anno dal punto di vista stilistico - merita certamente di essere ascoltato, almeno per le tre o quattro canzoni più famose (Just Dance, Poker Face, Paparazzi). Anche l'album di Cascada non è niente male, però è arrivato più recentemente rispetto agli altri e non ho fatto in tempo ad apprezzarlo a dovere. Entra invece in nomination la vecchia raccolta dei successi di Michael Jackson e dei Jackson 5 nel periodo "Motown", ovvero agli albori della carriera del King of Pop: questa raccolta, che ascoltavo nauseatamente da bambino, è stata la compagna rilassante di tutta la mia estate di studio, in particolare nel breve tragitto casa-biblioteca.

Best Film 2009

Quest'anno ho visto pochissimi film, per cui non sparatemi se molti dei titoli in nomination fanno ridere i polli... 🙂

Nomination

The winner is … Mamma Mia!

C'è poco da commentare: il film ispirato al musical creato da Benny Anderson (uno degli ABBA) è stato sicuramente uno dei film più riusciti e divertenti che abbia visto quest'anno, anche perché di film con attori in carne ed ossa quest'anno ne ho visti veramente pochi. Michael Jackson's This Is It si piazza subito dietro: il documentario sull'ultima - purtroppo mai iniziata - serie di concerti live di Michael Jackson ci regala un artista che - dopo varie notizie di malesseri (anche gravi), ma soprattutto dopo anni di digiuno di esibizioni dal vivo - si mostra alle telecamere con l'energia e con la forza di un ragazzino, facendo tornare alla mente i fasti di tour fantasmagorici come quelli dei primi anni '90. Certo gli anni sulle spalle si fanno sentire e sono evidenti, ma avrebbe comunque dato filo da torcere anche a suoi più giovani colleghi. Assolutamente da vedere, anche perché questo show avrebbe sicuramente ridefinito gli standard qualitativi dei concerti live, con effetti speciali inediti. Discorso a parte per Michael Jackson: Moonwalker, il film scritto, prodotto ed interpretato da Michael Jackson nel 1988: onestamente non sapevo se metterlo fra i film o fra i film di animazione, in quanto la fantasia di Michael ci fa vedere attori "animati" (suppongo di plastilina, ma potrei sbagliarmi) accanto ad attori in carne ed ossa, comunque è un film che merita di essere visto per la fantasia, gli effetti speciali e per vedere Michael Jackson ballare sulle note di Smooth Criminal. Sui cinepanettoni è nota la mia preferenza per le storie di Pieraccioni rispetto a quelle strillate della compagnia di Parenti-De Sica, tuttavia Io & Marilyn non mi è piaciuto gran che: parte bene e promette faville, ma in realtà verso metà pellicola la storia si sgonfia per poi afflosciarsi.

Best Animated Film 2009

Nomination

The winner is … Ponyo sulla scogliera (Gake no Ue no Ponyo)

Per una volta l'allievo non supera il maestro, ovvero Hideaki Anno (che ha cominciato la propria carriera proprio alle dipendenze dello Studio Ghibli) si fa battere pesantemente da Hayao Miyazaki. Non fosse altro perché, mentre Evangelion sputa davanti allo spettatore la realtà dei sentimenti umani così come sono senza mezzi termini, i film di Miyazaki sono in confronto autentiche poesie. Vince quindi Ponyo sulla scogliera - il film di quest'anno dello Studio Ghibli - e i motivi sono molteplici: una  tenerissima favola a tutti gli effetti dove regna l'amicizia, disegni a mano con colori (bellissimi) ad acquerello, una pesciolina curiosa come tutti i bambini (tanto che ci rivedevo mia nipote) e un bambino a tratti già adulto e risoluto ma con l'innocenza, appunto, di un bambino. Gli altri si piazzano tutti lì vicino: La città incantata mi piace meno come storia, ance se tecnicamente è probabilmente superiore a Ponyo (non per niente è l'unico film non americano a vincere il premio Oscar come Miglior Film d'Animazione, era il 2003), mentre Il mio vicino Totoro (1988) è un altro film dove la fantasia di Miyazaki si mostra in tutto il suo splendore con personaggi come il grosso e paffuto Totoro (che sarebbe una divinità dei boschi) o come il veloce e divertentissimo Gattobus.

In ogni caso Hideaki Anno ed Evangelion potranno rifarsi il prossimo anno, se Evangelion 2.0: You Can (NOT) Advance uscirà per l'Home Video secondo i tempi impiegati per il primo film del Rebuild of Evangelion (già vincitore dell'Award nel 2008).

Special Award 2009

Ed eccoci giunti al premio speciale della commissione dei 1G1 Awards. Vista l’imprevedibilità sulla natura del vincitore, non ci sono nomination, ma verrà solamente proclamato il vincitore.

The winner is … Michael Jackson

Prendetelo come un premio alla carriera, un omaggio postumo o come cavolo vi pare; ma quest'anno il premio è dedicato a lui. Purtroppo nel corso di quest'anno Michael ci ha lasciato, lasciando nen mondo un vuoto enorme, talmente grande che forse il mondo stesso non lo pensava di così ampie dimensioni. E questo Special Award lo merita ampiamente: per la sua statura artistica che ha ridefinito il mondo della musica come prodotto commerciale, per le ingiurie che si è ingiustamente beccato in questi ultimi anni, ma soprattutto perché attraverso le sue canzoni ha saputo unire l'intera umanità. Sono tanti i big della musica che si sono succeduti nel corso della storia: Elvis Presley, Jimi Hendrix ... ma se, per esempio, il primo è stato l'idolo delle folle americane e il secondo il mito di uno stile e di un periodo, Michael Jackson è forse il primo ad essere stato un mito così a tutto tondo, globale e popolare.

Michael Jackson, il King of Pop, è stato definito il miglior artista di tutti i tempi, e rimarrà così per molto tempo.

Tribute to MJ, the King of Pop

La scena d'effetto per il finale del Tributo a Michael Jackson (dallo speciale di Italia 1)

La scena d'effetto per il finale del Tributo a Michael Jackson (dallo speciale di Italia1)

Un palco vuoto, l'occhio di bue sul microfono al centro, la musica in background che è già partita. Manca solo il cantante. Michael, dove sei? "Ma sono qui, non mi vedi?!", sembra dirci nella foto proiettata sullo sfondo, ripetendo quasi lo scherzo che faceva nel videoclip di Liberian girl, dal quale quella foto proviene. Questa volta però manca proprio lui, ma solo fisicamente; perché lo spirito, la musica e gli ideali che hanno mosso Michael a diventare una "Leggenda Americana" - come l'onorificenza che gli è stata consegnata dal Congresso degli USA nel corso dell'evento - partendo dalle periferie dell'Indiana sono stati sempre presenti per tutto l'arco della celebrazione.

Un tributo veramente speciale, che mi ha fatto sinceramente piangere più volte: lo so che io sono un tipo che si emoziona facilmente, ma onestamente non pensavo di emozionarmi così tanto. Merito della potenza espressiva della Black Music targata Stevie Wonder, Lionel Richie, Mariah Carey, Usher e tanti altri, alternata al gospel (come il canto d'inizio "We are going to see the king"); ma soprattutto merito delle belle parole delle molte persone intervenute, provenienti dai più svariati ambiti (alcuni purtroppo tagliati per fare spazio alla pubblicità, mi è toccato di fare zapping fra un canale e l'altro): attrici come Queen Latifah e Brooke Shields (che cita "Il piccolo principe"), colleghi come Smokey Robinson, produttori come Berry Gordy, sportivi come Kobe Bryant e Magic Johnson, pensatori come i figli di Martin Luther King, pastori come il Reverendo Al Sharpton (amico di famiglia dei Jackson). Quando una persona viene ricordata così "a tutto tondo" allora vuole dire che quella persona è davvero grande. Molti in quella serata - secondo me a ragione - lo hanno definito "il più grande showman di tutti i tempi". Anche se le frasi secondo me più significative le ha pronunciate proprio il Reverendo Al Sharpton

"E’ stato Michael a riunire Neri e Bianchi, Asiatici e Latini, a farli stare insieme. [...] Michael ci ha fatto amare l’altro. [...] Non sono venuto qui per dire addio a Michael. Ma per dirgli grazie. Grazie, grazie, grazie.“

Sintesi live dell'evento e fotografie su http://live.gossipblog.it/

King of Pop

Michael Jackson nella locandina del suo film Moonwalker (1988)

Michael Jackson nella locandina del suo film "Moonwalker" (1988)

Justin Timberlake sul suo sito web lo ricorda così (qui la versione originale):

"Non riesco a trovare le parole per esprimere quanto sia profondamente rattristato per la morte di Michael. Abbiamo perso un genio e un vero ambasciatore non solo della musica Pop, ma di tutta la musica. E' stato un'ispirazione per molteplici generazioni e avrò sempre cura dei momenti che ho condiviso con lui sul palco e tutte le cose che ho imparato sulla musica da lui e il tempo che abbiamo trascorso insieme. Il mio cuore va alla sua famiglia e a quanti lo hanno amato." (traduzione "brutale" del sottoscritto, perdono le imprecisioni!)

Beh, io non sono stato al suo fianco, come Justin ha potuto invece fare, ma sono pienamente d'accordo con lui: se oggi le nostre generazioni conoscono il mondo della musica per quello che è attualmente lo dobbiamo a persone, come Michael, di una caratura artistica decisamente al di sopra della media. E' grazie a lui se oggi la Black Music e la cultura afroamericana (dove musica e ballo non sono mondi a sé stanti, ma due facce della stessa medaglia, come nell'Hip Hop) sono così apprezzati, tanto da diventare fenomeno di massa. Prima di Off the Wall negli USA esistevano due classifiche, una per i bianchi ed una per gli afroamericani; quel disco fu il primo di un artista afroamericano ad entrare nell'altra Hit Parade dei bianchi, unificando così le graduatorie; senza dimenticare che "Billie Jean" fu il primo videoclip di un afroamericano ad essere regolarmente trasmesso da MTV (fonte: Wikipedia). E' forse grazie a lui se oggi tanti ragazzi considerano il ballo non una cosa "per femminucce", ma un modo per divertirsi, per esprimere quello che si ha dentro, per tenersi in forma. Volete un esempio? Ieri sera ero a ballare il Boogie Woogie alla Vie en Rose quando il DJ ha annunciato la notizia della sua scomparsa e ha smesso di fare musica per un minuto. Uno potrebbe chiedersi cosa c'entra Michael con lo swing e il jazz, ma poi la risposta viene dalla grande icona che è stata per noi giovani ballerini. Ed è anche grazie a lui se io ho cominciato a ballare e ad interessarmi alla musica e al canto (seppur a livello coristico o come "fenomeno da baraccone" in qualche karaoke). Io, grazie a mia sorella, sono cresciuto con la sua musica. Ogni volta che usciva un singolo nuovo era immediatamente ai vertici delle chart, e non per caso: nonostante Michael sia stato un personaggio scomodo per via delle sue vicissitudini di vita privata, piena se vogliamo di eccessi e non senza qualche dubbio morale (anche se formalmente da tutte le accuse che gli hanno attribuito ne è uscito con un'assoluzione), le sue produzioni sono sempre state molto apprezzate.

Ha fuso la musica con il corto ("Thriller", Ghost") e il lungometraggio ("Moonwalker"), è stato il primo cantante (non ho notizie di altri) a diventare protagonista di un videogioco (il famosissimo "Michael Jackson's Moonwalker"), oltre ad essere - come ho detto in precedenza - colui che ha saputo calare le barriere (musicali) fra afroamericani e bianchi e che ha promosso progetti benefici come "USA from Africa" (sua è "We are the world", insieme a Lionel Richie) e "Heal the World".

Autore, cantante, ballerino, attore (e chi più ne ha più ne metta)... oggi tutto il mondo dello spettacolo perde una pietra miliare, o come lo ha definito Justin (a ragione) un genio.

Modifica 26/06/2009 ore 15:28 CEST - Michael è stato il primo cantante solista a diventare protagonista di un videogioco. Infatti nel 1982 la band dei Journey divenne protagonista di Journey Escape, videogioco per piattaforma Atari 2600.

Autore, cantante, ballerino, attore, e chi più ne ha più ne metta.

Si riparte

Con oggi finisce il mio periodo di "stacco" e riprendo ufficialmente ad impegnarmi come si deve. Capisco che in questi casi è difficile se non impossibile definire dei confini, ma mentalmente è pur sempre necessario farlo, per darsi anche un po' di "carica" e per dirsi che un certo periodo ce lo si è lasciati alle spalle. Infatti il peggio è passato ormai, per cui sono tornato in pace con il mondo e pronto per tornare in corsa e sfidare di nuovo la vita (ovviamente in senso positivo!).

Ho parecchie cose arretrate da fare, soprattutto (se non l'unica cosa da fare) l'Università. Sono stato fermo troppo tempo e la voglia è decisamente calata perché non riuscivo più a guardare avanti. Non che adesso ci riesca ancora pienamente, ma almeno mi sono messo in testa di pensare almeno al mio di futuro, indipendentemente da chi la vita mi metterà a fianco.

Intanto mi sono tolto alcuni sfizi che avevo da tempo: il primo è stato l'acquisto (inaspettato) di tutta la serie di Commander Keen (il primo videogioco su PC che abbia giocato, la mia prima partita risale - se non vado errando - al 6 gennaio 1994). Girovagando per la rete, mi sono imbattuto sul sito della ID Software (la società creatrice del gioco, tuttora attiva) che vendeva un pack con gli episodi dall'1 al 5 (il sesto pare non più in vendita) a $ 10. Potrò così tornare a divertirmi con Commander Keen, giocando anche gli episodi che non ho mai avuto grazie a DOSBox anche su Ubuntu.

Ho fatto un altro acquisto importantissimo, di cui sto aspettando l'arrivo via corriere. Ma a questo sarà dedicato un altro post.