Archivi categoria: Sport

Tanto rumore per un nonnulla

Non riesco a comprendere perché tutta questa attenzione mediatica su Alex Schwazer. Voglio dire, il caso è chiuso: il colpevole ha ammesso il reato, sono stati presi gli immediati provvedimenti del caso e le condanne arriveranno; ma non capisco perché accanirsi ulteriormente. Intervistare o quasi pretendere i pareri dei familiari e delle persone a lui care mi sembra particolarmente eccessivo: ho un sentito un giornalista televisivo dire che la sua ragazza (la campionessa del pattinaggio artistico Carolina Kostner) «si è chiusa in un silenzio assordante». Mi chiedo: assordante di che? Per dare un segno di inequivocabile disassociazione con il reato commesso dal suo ragazzo cosa dovrebbe fare, lasciarlo?! Penso che queste siano le punte dell'iceberg del nostro mondo dorato della notorietà, dove quando vinci tutti ti osannano, ti offrono contratti di sponsorizzazione e quant'altro, e appena commetti uno sbaglio tutti sono pronti non solo a liquidarti, ma a spalarti fango addosso. Inizio a pensare che oggi sia proprio vero che un atleta vincente è condannato a vincere e basta, deve essere una "macchina da guerra".

Ma quello che non capisco sono i "metri di fango" sbilanciati, direttamente proporzionali al sensazionalismo del momento e non alla reale gravità dei fatti. Penso per esempio a casi ben più gravi e tuttavia meno eclatanti come quello di Riccardo Riccò: uno che per sua ammissione ha praticato autoemotrasfusione (conservando il proprio sangue nel frigorifero di casa per 25 giorni) e accusando di conseguenza un blocco renale, merita giustamente la squalifica che gli è stata comminata, ma dovrebbe scaturire più di un interrogativo, e dibattiti su dibattiti su come si può arrivare a fare una cosa così orribile e rischiosa per la salute.

In ogni caso con tutti i problemi che al giorno d'oggi il mondo ha, penso che la positività all'EPO di Alex Schwarzer sia la cosa meno importante. Ha sbagliato e pagherà, ma dovremmo tutti tacere un po' di più. Mentre dovremmo iniziare a parlare di quello che veramente non va.

Ginexport

Per la serie "A volte ritornano...", dopo anni di oblìo ecco che ritorna il Ginexport! La rubrica periodica dedicata allo sport che il sottoscritto segue potrebbe tornare ad occupare le pagine di questo Blog che - se pur arrancando - tenta di sopravvivere ai social network 🙂

Formula 1 - GP Singapore Sono sempre più contento delle gare senza rifornimenti, che finalmente rendono le corse serrate e piene di suspance. E quella di Singapore lo è stata senz'altro: vedere i primi (Fernandel e Vitell) inseguirsi con divari massimi di 3-4 secondi e giungere al traguardo con solo i tre decimi di gap rende il Gran Premio finalmente guardabile, con la giusta tensione dal primo all'ultimo giro. Poi per lo spettacolo ci pensano gli altri nelle retrovie: Nason Kubrik, per esempio, nel finale fa un sorpasso dietro l'altro per recuperare il terreno perso a causa di una foratura (ok, era avvantaggiato perché lui aveva gomme fresche mentre gli altri erano alla fine, però vuoi mettere che divertimento?), Sochmacher arranca e si fa superare più volte (ormai sembra un gioco al massacro, lo inquadrano solo quando si fa infilare, poverino). Poi ci sono i nuovi arrivi (Nicoletto), le lotte intestinee (vedi McLaren e Red Bull, in Ferrari Fernandel e Filippino sono culo e camicia, vedete poi voi a chi associare il culo e a chi la camicia). Tornando alla corsa, va annotata la sfortuna che si è abbattuta su Ominobianco, che si ritira per incidente per la seconda gara consecutiva, mentre Bottone - che vince il premio "Tassinaro del giorno" - continua a mettere punti in cascina. Lo stesso vale anche per Filippino, che però doveva rimontare dall'ultimo posto: una volta raggiunto il trenino di metà classifica (quello che i due indemoniati di testa hanno raggiunto all'ultimo giro, dando vita ad un finale thrilling) ha deciso di rimanere dietro alla coda (manco fosse l'esodo di ferragosto). La motivazione più probabile potrebbe essere quella di risparmiare il motore per le prossime gare di fine campionato, visto che già qui utilizzava un'unità supplementare che lo ha penalizzato di 10 posizioni in griglia (sai che roba, tanto le qualifiche manco le ha fatte). Problema, quello dei motori, che dovrà affrontare anche Fernandel visto che li ha già finiti e sta usando a rotazione quelli che gli sono rimasti. La Ferrari sta andando molto bene, ma i problemi di inizio stagione presto si rifaranno vivi proprio con i limiti sui propulsori, per cui c'è poco da fare gli sboroni e molto da meditare.

Calcio - Serie A - 5° Giornata Catania - Bologna 1-1 Roma - Inter 1-0

Calcio - 2^ Categoria Girone L - 2° Giornata Valsanterno 2009 - Juvenilia 2-1

Hattrick - Serie IX.344 - 7° Giornata Teloncino FC - Mar Cellona 3-6

Il sorpasso della discordia

Spesso si dice che in Formula 1 le gare si decidono alla prima curva. E sicuramente il GP di Monaco non è da meno, anzi forse è il circuito che si addice di più a questa massima dell'automobilismo. Tuttavia all'ultima gara disputatasi sul circuito monegasco l'episodio che ha lasciato notevoli dubbi è avvenuto all'ultima curva, ovvero l'ormai "famoso" sorpasso che l'eptacampione Sochmacher ha compiuto ai danni del Matador.

Diversamente da tanti giornali italiani (che hanno liquidato molto velocemente la questione riportando le decisioni dei giudici e prendendole per buone, lamentandosi degli intricati regolamenti della Formula 1 moderna), la testata italiana dedicata alle corse su quattro ruote, ovvero Autosprint, ha dedicato sul suo sito un approfondimento sulla vicenda del sorpasso, sostenendo che - nonostante la decisione dei giudici di gara - Sochmacher e la Mercedes avrebbero ragione.

Il pomo della discordia non sarebbe tanto la nuova regola che permette i sorpassi non più dopo la linea del traguardo ma dopo la Safety Car Line posta grosso modo all'altezza dell'ingresso della corsia box, bensì il fatto che al termine della gara siano comparse - una volta rientrata ai box la Safety Car - le bandiere verdi, di conseguenza la gara in quel momento non sarebbe stata in regime di Safety Car. Le cose - viste da questo punto di vista - si metterebbero a favore di Sochmacher.

Visto che anch'io avevo grossi dubbi, questa sera sono andato a spulciare il regolamento sportivo della Formula 1 che potete consultare qui. L'articolo 40 (a pagina 24 del documento) del regolamento è quello dedicato alla Safety Car. Al comma 7 viene riportato il comportamento generale che le vetture devono tenere quando la Safety Car è in pista. Eccone l'estratto:

All competing cars must then reduce speed and form up in line behind the safety car no more than ten car lengths apart. In order to ensure that drivers reduce speed sufficiently, from the time at which the “SAFETY CAR DEPLOYED” message is shown on the timing monitors until the time that each car crosses the first safety car line for the first time, drivers must stay above the minimum time set by the FIA ECU. With the following exceptions, overtaking is forbidden until the cars reach the first safety car line after the safety car has returned to the pits. [...] Tutte le vetture devono quindi ridurre la velocità e formare una fila dietro la safety car ad una distanza pari a non più di dieci auto. Al fine di garantire che i piloti riducano la velocità a sufficienza, dal momento in cui il messaggio "SAFETY CAR DEPLOYED" è visualizzato sul monitor dei tempi fino al momento in cui ogni vettura attraversa la prima safety car line (quella succitata, nda) per la prima volta, il pilota della safety car deve rimanere al di sopra del tempo minimo fissato dalla FIA ECU. Con le seguenti eccezioni, il sorpasso è vietato fino a quando le vetture non raggiungono la prima safety car line dopo che la safety car è tornata ai box. [...]

Il grassetto indica la parte che è stata aggiornata quest'anno.

Il comma 11 regolamenta la fase di rientro ai box della Safety Car.

When the clerk of the course decides it is safe to call in the safety car the message "SAFETY CAR IN THIS LAP" will be displayed on the timing monitors and the car's orange lights will be extinguished. This will be the signal to the teams and drivers that it will be entering the pit lane at the end of that lap. [...] As the safety car is approaching the pit entry the yellow flags and SC boards will be withdrawn and replaced by waved green flags with green lights at the Line. These will be displayed until the last car crosses the Line. Quando il direttore di gara decide che è il momento di richiamare la safety car, il messaggio "SAFETY CAR IN THIS LAP" sarà visualizzato sul monitor dei tempi e le luci arancioni della vettura si spegneranno. Ciò sarà il segnale per i team e i piloti che la safety car entrerà nella corsia dei box al termine di quel giro. [...] Nel momento in cui la safety car si approssima all'entrata dei box le bandiere gialle e le tabelle con la sigla "SC" saranno ritirate e sostituite da bandiere verdi sventolanti con luci verdi sulla linea del traguardo. Le bandiere saranno esposte fino a quando l'ultima vettura attraverserà la linea del traguardo.

Il comma 13 invece riporta il comportamento che occorre tenere se la Safety Car è in pista durante l'ultimo giro.

If the race ends whilst the safety car is deployed it will enter the pit lane at the end of the last lap and the cars will take the chequered flag as normal without overtaking. Se la gara termina mentre la safety car è in pista, questa entrerà nella corsia dei box al termine dell'ultimo giro e le auto prenderanno la bandiera a scacchi come di consueto senza sorpassi.

A questo punto, letti con attenzione gli articoli, la questione - almeno a me - sembra chiara. Durante la gara quando la Safety Car è in pista, ci si deve comportare come nel comma 7; se la Safety Car è in pista durante l'ultimo giro, allora non si può più sorpassare neanche quando questa rientra ai box. Il fatto che ci fossero le bandiere verdi non giustifica - in quel caso - una manovra di sorpasso, in quanto i commissari hanno semplicemente seguito la procedura prescritta per il rientro della Safety Car. In pratica i commissari dovevano applicare il comma 11, mentre i piloti dovevano applicare il comma 13.

Posso comprendere che la cosa desti parecchie incomprensioni e dubbi su una non chiarezza del regolamento, perché in effetti la bandiera verde dovrebbe indicare che la gara riprende normalmente. Tuttavia - stando il regolamento in questa forma - ciò è vero tranne quando la Safety Car è in pista durante l'ultimo giro. In quel caso si può dire che la classifica sia definitiva anche se poi la gara in realtà non finirà in regime di Safety Car, bensì con le bandiere verdi.

Probabilmente è questa la logica che hanno seguito i giudici di gara, ed è quella - secondo me - la logica giusta con cui interpretare il regolamento per come è scritto attualmente. Per cui la penalità inflitta a Sochmacher è giusta.

Resta invece da spiegare come mai la Mercedes abbia presentato appello, poi ritirato: come spiega Autosprint nell'articolo precedentemente linkato, il regolamento dice chiaramente che le penalizzazioni di tipo Drive Through (la penalità inflitta a Sochmacher, poi mutata nel tempo che la FIA ha stabilito per il passaggio della corsia box, visto che la gara era terminata) non sono appellabili.

Mi dispiace per Sochmacher, che come prestazione e mentalità secondo me sta piano piano crescendo, e come risultati secondo me non possiamo criticarlo: capisco che dall'eptacampione ci si aspetterebbe sempre sfracelli, ma dobbiamo considerare che dopo tre anni di digiuno il Soch ha ottenuto comunque dei piazzamenti a punti, mentre Sfigatella lo scorso anno una volta passato in Ferrari ha ottenuto come miglior risultato un 9° posto... Ok che Sfigatella non può valere Sochmacher, ma l'italiano non era a digiuno di GP quando è arrivato alla Rossa...

F1 2009 – La favola dei rasoi: quando un’uomo batte un mercato

Questo post è stato iniziato molti mesi fa, poi non avendo il tempo di finirlo e pubblicarlo, con il passare del tempo ha subito metamorfosi per renderlo sempre più attuale. Lo pubblico ora perché avevo voglia di rendervi partecipi delle mie elucubrazioni ironiche in fatto di Formula 1, visto che in passato alcuni dei miei lettori avevano gradito. E anche perché tanto lavoro non pubblicato sarebbe stato sprecato. Il Blog "ricomincia" - se possiamo dire così - con un sano goccio di ironia e pazzia (ogni tanto ci vuole).

A breve comincerà la stagione 2010 di Formula 1. Ma prima di buttarci a seguire questa nuova sfida fra Rosse, Lattine e compagnia bella, forse è il caso di dare uno sguardo a dove eravamo rimasti, ovvero alla passata stagione. Un'annata particolarmente incolore per tutti, chi per i risultati, chi proprio perché i colori non li aveva. A cominciare proprio dai vincitori.

A sorpresa vince la prima arrivata: tali Braun GP. I noti rasoi (la sigla GP sta per Grande Pelatura) hanno filato dritto per buona parte del Campionato; poi a metà stagione hanno perso in affilatura ma hanno comunque prodotto risultati importanti, gestendo il vantaggio sugli avversari fino alla vittoria finale. Bisogna fare davvero i complimenti a Ross Brawn, l'ex stratega della Ferrari che una volta sbarcato in casa Honda con il suo carico di banane nel 2008 si è messo a disegnare questa vettura. Peccato che i musi gialli abbiano deciso di abbandonare la tenzone ad inizio stagione, per evitare - giustamente - di dover tagliare il personale dell'azienda Honda. Peccato che così sono rimasti a piedi tutti i meccanici della squadra corse. E qui il buon Brawn ha buttato il cuore oltre la banana, acquisendo - insieme al suo compagno di merende Nick Fry - la squadra e facendola debuttare come se niente fosse. Ross credeva tantissimo in questo progetto (per forza, l'aveva fatto lui) e ha fatto di tutto per portarlo a compimento. La macchina presentava una livrea minimale: completamente bianca, con una striscia nera ed una gialloverde fosforescente (tratto di un'evidente sponsorizzazione segreta degli evidenziatori Stabilo Boss); oltre a tante novità tecniche, tra cui quella della doppia lama, pardon un doppio fondo, per una migliore rasatura della pista. I risultati non si sono fatti di certo attendere, tanto che i due piloti destinati ormai al pensionamento, ovvero Bottone e il Barrichello, sono improvvisamente diventati dei fenomeni. Nessuno riusciva ad eguagliare il ritmo imposto dalle Braun, almeno fino a metà stagione. Poi le cose sono un po' cambiate: sono comparse le lattine, che si sono messe le ali e hanno lanciato la linguetta di sfida ai rasoi per la conquista del titolo. Gli altri non sono stati altro che degli spettatori, che a turno hanno provato ad urlare e a dire la propria. Dapprima la Toyota, poi la Ferrari, quindi la McLaren e - sul finale di stagione - Williams e Force India. I veri comprimari di questa stagione sono stati la Toro Rosso, assolutamente deludente dopo l'exploit dell'anno prima, la BMW, che ha puntato tutto sul KERS (acronimo di Ke Ennesima Rivoluzione Scassata) salvo poi abbandonarlo dopo un quarto di stagione e la Renault, che ha alternato ad un Alonso maiuscolo - nell'annata più nera dei francesi da quando sono tornati in Formula 1 - piloti sempre più inutili. A cominciare da Nelson Piquet Jr, un personaggio al quale qualsiasi presunto "pilota con la valigia" (e qui gli esempi si sprecano: dal mitico giardiniere Yoong ad altre comparse come Sarrazin, Marques, Lamy, Mazzacane ecc.) può chiedere di farsi fare le scarpe: perché il "crashgate" che è saltato fuori a metà stagione dimostra solo che questo figlio di papà non ha avuto personalità nell'opporsi con forza a tale deprecabile combine, denunciando poi il Geometra Vitellone solo una volta che questo lo ha appiedato, e per questo è stato impunito. E' giusto ricordare che lui in questa combine ha fatto la sua parte, mettendo ridicolamente a rischio l'incolumità sua, dei suoi colleghi, degli addetti ai lavori e degli spettatori. In attesa di vederlo (purtroppo) ancora nel mondo delle corse, è stato ingaggiato a parametro zero dall'EuroNCAP in veste di collaudatore. Guiderà - come i suoi colleghi collaudatori  dell'EuroNCAP - svestito, con una gessatura rigida color marroncino riportante uno strano cerchio giallonero sulle tempie.

E la Ferrari? Per le Rosse è stata un'annata sfortunata, soprattutto per l'incidente occorso al Filippino e per il successivo arrivo di Sfigatella, il quale lasciando una Force India in netta ascesa per accasarsi a Maranello ha fatto forse la più grossa cavolata degli ultimi anni, almeno dal punto di vista sportivo. Però si sa, alla Ferrari non si può dire di no... In ogni caso la GES composta da Domenicali, Baldisserri (Quattrocchi) & co. non è esente da errori, per cui occorre rimboccarsi le maniche e fornire al Matador e al Filippino una macchina decente.

Comunque il Campionato 2010 si preannuncia davvero incerto, più che altro perché non è ancora certa l'intera rosa dei partenti. Nelle ultime ore ci sono stati degli addii eccellenti: dopo la Honda lo scorso anno hanno annunciato il ritiro la BMW, che lascerà che la Sauber torni a produrre le macchine con le creme solari ad alta protezione, e ora anche la Toyota, che abbandona il progetto Yaris monoposto (dopo 7 anni di delusioni e soldi buttati via) e lascia a piedi un grandissimo Trullidialberobello, che  si è accasato alla nuova Lotus, che della Lotus ha solo il marchio. Insieme a tutti questi addii dobbiamo annunciare un'altro forfait clamoroso: anche la Safety Car, infatti, ha deciso di abbandonare la Formula 1. Infatti quest'anno non è riuscita ad acquisire i punti necessari per fargli vincere qualche premio dal benzinaio, per cui ha deciso per il ritiro dal circus con effetto immediato. Ecclestone non ha ancora trovato come sostituire questo importante pezzo della Formula 1 moderna: fra i possibili candidati figurano la Batmobile guidata da David Coulthard vestito da Superman (come sul podio di Monaco di qualche anno fa), Luigi (la Fiat 500 di CARS), la biga rossa fiammante di "Asterix alle Olimpiadi" guidata da Sochmacher, la 313 di Paperino. E i dubbi ci sono anche fra chi arriva: oltre alla già citata Lotus, la Virgin Racing (che probabilmente di vergine ha solo il fatto che la monoposto non ha mai visto la galleria del vento); il progetto del team di Adrian Campos, che alla fine è stato ceduto ad una cordata ispanico-tedesca (il team si chiama Hispania, ma i soldi sono teutonici) e le cui macchine sono state pensate originariamente nientemeno che da Dallara (siamo sicuri che non si tratti di Tony?); la Mercedes ha deciso di lasciare la McLaren ed acquisire una buona fetta (il 75%) dei rasoi Braun. Ma le agenzie dell'ultima ora danno per certa la candidatura di una nuova squadra: la livrea sarà viola, il numero di gara 00, i piloti sono un certo Dick Dustardly e Muttley. E indovinate chi saranno il progettista e il capo meccanico? Ma certo! I più adatti per questa squadra: Mike Coughlan e Nigel Stepney, in barba alla radiazione che hanno ricevuto; e a questo punto potrebbe aprirsi uno spiraglietto per il Geometra Vittellone per il ruolo di Team Principal...

Ok, questa tragicomica recensione è terminata. Spero vi siate pisciati dal ridere. A presto!!!

La classe operaia va in paradiso

Non sto parlando del film (che fra l'altro non ho mai visto), ma della Scuderia Toro Rosso Minardi. Già, io il nome originale lo metto ancora, perché - come giustamente viene scritto qui - "The Toro Rosso team has Minardi DNA still running through its veins", ovvero "La Scuderia Toro Rosso ha il DNA della Minardi che continua a scorrere nelle sue vene"; se è vero che buona parte dei dipendenti è rimasta dopo il cambio di proprietà. Una squadra (la Minardi) che ha sempre lavorato mettendo la passione per questo sport davanti a tutto. Non me ne vogliano le altre squadre: sia chiaro, tutti lavorano con passione e professionalità; ma penso che se un team vivesse per più di due decenni con la prospettiva che da lì a pochi anni il team possa essere venduto o chiudere, difficilmente il morale dei suoi uomini potrà essere all'altezza di partecipare ad un mondiale di Formula 1. Nonostante la Minardi sia stata venduta a Dieter Mateschitz - che ha garantito buoni basi finanziarie - cambiandone il nome in Toro Rosso, lo spirito è rimasto lo stesso: tanta voglia di fare bene permettendo ai suoi giovani piloti (quelli del programma Red Bull) di fare il "grande salto". Un team "garagista", come definiva Enzo Ferrari i team inglesi che compravano il motore e si facevano i telai in casa, che ha saputo sfruttare a dovere il motore Ferrari e soprattutto il telaio della Red Bull dello scorso anno. Qualcuno può apostrofare questa pratica di vendere i telai alle squadre satellite, bisogna però riconoscere che questi telai rimaneggiati sono sempre migliori degli originali (vedi anche lo scorso anno, quando la Super Aguri faceva impallidire la Honda). In ogni caso bisogna anche essere bravi a maneggiare e migliorare progetti altrui, e bisogna dire che anche in questo il team è ben preparato tecnicamente, se è vero che in passato alcune soluzioni della Minardi, poco perfezionate per via delle limitate risorse economiche, hanno poi fatto scuola per tutti gli altri team.

In ogni caso parlando di oggi, la Toro Rosso sta facendo a mio avviso una stagione fantastica: da quando ha fatto esordire la nuova vettura le prestazioni sono sempre andate in crescendo, le due vetture riescono quasi sempre a qualificarsi nelle prime dieci posizioni (la famosa Q3) e finalmente arrivano le prime soddisfazioni. Ritengo quindi che non sia un caso se oggi festeggiamo pieni di emozione e colmi di gioia la prima vittoria della piccola grande scuderia di Faenza (io ero con le lacrime agli occhi, non nascondo che un mio sogno nel cassetto fosse quello di lavorare in Minardi solo per vivere questo giorno e portarla più in alto), bensì il punto di arrivo di un'evoluzione prestazionale che fa impallidire gli avversari, in primis i fratellini inglesi della Red Bull. Ma insieme rappresenta un punto di partenza: la scuderia è in vendita - in quanto Mateschitz dal 2010 non potrà più (per decisioni regolamentari) passare uomini e progetti da un team all'altro e quindi non ha più ragione di detenere due team - per cui spero che questi buoni risultati, a cui penso sia garantita continuità grazie ad un team di meccanici esperti guidati da un navigato Giorgio Ascanelli (che ha già lavorato in Ferrari e al fianco di Ayrton Senna) e da Gerhard Berger (uno che, zitto zitto, quando era in BMW ha portato in alto la Williams), portino ad interessare qualche facoltoso appassionato per rilevare la proprietà, magari mantenendo la sede di via Spallanzani.

Se vogliamo invece elogiare i numeri e/o le cabale, possiamo dire che la vittoria splendida di Sebastien Vettel consegna alla storia di questo sport il più giovane vincitore di un Gran Premio (21 anni e 73 giorni), il poleman più giovane (21 anni e 72 giorni), il podio più giovane della storia (Vettel, 21 anni; Kovalainen, 27 anni; Kubica 24 anni). Vettel diventa il vincitore del 800° Gran Premio di Formula 1, il primo tedesco a vincere un Gran Premio dopo Michael Schumacher, fra l'altro non rompendo la "tradizione" che vede un inno tedesco precedere un inno italiano. Il podio di Monza 2008 è molto simile al podio di Monza 2006: un tedesco su macchina italiana motorizzata Ferrari, un finlandese su McLaren, Kubica su BMW. Come abbiamo già detto - è la prima vittoria della storia per la scuderia Toro Rosso (e anche per la Minardi), inoltre per Berger è la prima vittoria da costruttore, vent'anni dopo la vittoria che qui ottenne da ferrarista (quando Ascanelli era suo ingegnere di macchina), commemorando a dovere la recente morte del Drake.

Vogliamo fare un'altra doverosa precisazione? Sebastian Vettel diventa il 101° pilota a vincere un Gran Premio di Formula 1. 😉

Il Canpione d’oro

Andrea Minguzzi atterra l’ungherese Fodor ed è Campione Olimpico a Beijing 2008 (fonte Repubblica.it)

Andrea Minguzzi atterra l’ungherese Fodor ed è Campione Olimpico a Beijing 2008 (fonte Repubblica.it)

Forse l'Italia e il mondo intero oggi scoprono che Imola non è solo terra di motori, ma anche terra di lottatori!

Il nostro Andrea Minguzzi ha vinto la Medaglia d'Oro nella lotta greco-romana nella categoria 84 kg, ed ora Imola ha un altro motivo per festeggiare e farsi onore nel mondo dello sport. Un ragazzo che noi di Santo Spirito conosciamo da anni come "il Canpione", come Canta (suo amico) lo ha sempre chiamato quando passava dalle nostre parti (e ti credo, visto che è stato Campione Italiano ininterrottamente dal 2000 al 2005).

Dopo aver battuto il campione olimpico e il vice-campione olimpico di Atene 2004, per Minguzzi la finale è stata combattutissima. Per quanto ne capisca io (cioè poco o niente) avevo già notato che il Canpione fosse fisicamente in vantaggio nonostante la fatica degli incontri precedenti: nella fase di lotta a terra, infatti, Fodor (l'avversario ungherese) non è mai riuscito a sollevare minimamente l'imolese (che, anzi, riusciva piuttosto agilmente ad uscire dal campo per raggiungere la difesa), mentre al contrario il Canpione era già riuscito a sollevare l'avversario almeno per metà. Nella fase in piedi invece l'incontro era equilibrato, anche se nella prima manche l'imolese ha rischiato di uscire dal campo. Poi l'ultima manche dove il Canpione, partito a terra per un sorteggio sfortunato, è riuscito a rialzarsi sgusciando dalla presa di Fodor come un'anguilla; nello scambio di ruoli infine il capolavoro, con Minguzzi che riesce finalmente a sollevare l'avversario e ad atterrarlo fuori dal campo, diventando così Canpione Olimpico!

Dopo la sfortuna della castellana Ilaria Bianchi - penalizzata nella sua semifinale dei 100 farfalla dalla perdita degli occhialini - e il trionfo del Canpione, aspetto trepidante domenica 17 agosto quando dalle 12 ora italiana (le 18 a Beijing) cominceranno le finali del Volteggio femminile, e dove Carlotta Giovannini potrebbe regalare un'altra medaglia alla nostra città.

… e pochi Super Auguri

Proprio nel giorno del mio compleanno apprendo che la Super Auguri non prenderà più parte ai Gran Premi. Mi dispiace immensamente, anche perché partendo dalla disgraziata Arrows A23, Aguri Suzuki e Daniele Audetto avevano fatto un buon lavoro, portando la Super Auguri a ben figurare, ed ad ottenere risultati talvolta migliori della casa madre Honda, che aveva sostenuto il piccolo team interamente giapponese per dare un sedile ed un volante a Ninja Sato. Ora, grazie alle inadempienze e ai ritiri di qualche sponsor, ma grazie anche (e secondo me soprattutto) alla chiusura dei "rubinetti" decisa da Ross Brawn (cavolo, doveva tenersi gli yen per comprare le sue adorate banane), la "Minardi del Sol Levante" (permettetemi il paragone: magari la Minardi avesse avuto qualche soldo dalla Ferrari...) è costretta a chiudere i battenti. Probabilmente Brawn e soci hanno fatto bene: è inutile aiutare qualcuno quando tu stesso sei carente di risultati. Spero, però, che lo staff della Super Auguri possa entrare in Honda, per portare un po' di idee utili alla compagine nipponica che non merita le figuracce che in questi anni ha collezionato. In ogni caso tanti Super Auguri a tutti loro per il prosieguo della loro carriera, perché hanno svolto un lavoro davvero significativo!
L'unica cosa che dimenticheremo con piacere è stata l'(in)esperienza di Yuji Ide, specie noi imolesi: in confronto a lui il giardiniere Yoong (come tagliava l'erba lui con i testacoda non la tagliava nessuno) sembrava un campione....

Tedeschi e polacchi in Romagna

Non si tratta di una manifestazione collegata alla memoria della Resistenza e alle ormai prossime celebrazioni della Festa della Liberazione, ma della consegna del Premio Lorenzo Bandini, prestigioso trofeo per il mondo sportivo e giornalistico della Formula 1 che ogni anno ha luogo a Brisighella (RA). Il 18 maggio prossimo sarà premiato il polacco (al) volante Robert Kubica, un pilota (mio coetaneo, fra l'altro) che ha già fatto ben vedere, e che spero un giorno possa vincere il titolo iridato. Assieme a lui saranno premiati anche i vertici della BMW-Sauber (ne è passato del tempo da quando il buon vecchio Emmental Peter faceva le monoposto protezione totale da raggi UVA e UVB; che comunque hanno ospitato piloti del calibro di Alesi, IceMan, Letho, Frentzen, Wendlinger e Nicoletto Heidfeld, oltre a Filippino, Sfigatella, Salo e PPDiniz).
Per l'occasione è in progetto di far arrivare a Brisighella Kubica direttamente sulla sua BMW Sauber F1.08 partendo da Faenza (RA). Questo fatto sta suscitando (non poco) la mia curiosità, oltre a bramare fortemente di essere là quel giorno, magari per strappare un autografo o (perché no) una chiaccherata come mi successe con Giorgio Pantano al Minardi Day del 2002.
Spero di fornirvi presto più dettagli, intanto accontentatevi della mia fonte.

Il maestro supera gli allievi

Continua la preparazione della Tesi per l'appello di Laurea del 18 marzo 2008, e continua anche la preparazione dei team di Formula 1 al Campionato del Mondo che comincerà pochi giorni prima, ovvero il 16 marzo 2008 a Melbourne.
Oggi cominciava l'ultima settimana dei test collettivi a Barcelona, dove doveva ricomparire Sochmacher al volante - per la prima volta - della nuova F2008. Ho appena guardato i risultati su Racingworld.it i quali confermano nuovamente la buona forma delle Rosse, dietro solamente ad Ominobianco, ma soprattutto ci regalano un Sochmacher egregiamente terzo a due decimi dall'additivo e a uno dal gelido compagno di team, nonché Campione del Mondo. Considerando che Sochmacher ha visto la F2008 solo oggi penso sia un risultato non da poco!
Bisognerà vedere se riuscirà a ripetersi nei prossimi test con la Ferrari Junior a pedali dei figli sul giardino di casa, in attesa di vedere se poi parteciperà veramente al GP d'Italia 2008 di MotoGP.

L’iride rosso e l’argento incolore

Quella di ieri è stata una gara che rimarrà scolpita nella mia memoria per molto tempo. Certo nulla potrà eguagliare la gioia per il titolo di Sochmacher conquistato a Suzuka nel 2000 - dopo 21 anni di digiuno e con un Hakkinen degno e onesto avversario - quando la mia gioia strabordante svegliò tutta la famiglia alle 7:30 del mattino. Ma dopo quella gara non ce n'è stata più nessuna che ha fatto registrare i sintomi tipici della Ferrarite. Certo, il cuore è sempre stato con Ferrari e Minardi, ma guardavo le gare con un occhio più obiettivo e neutrale, tanto a far vincere le Rosse ci pensava il Soch, il tifo non serviva. Dopo 7 anni ecco la gara che ha risvegliato il vero tifo rosso, quello che ti lascia col cuore in gola fino alla bandiera a scacchi.
E dopo righe di sinceri pensieri ed emozioni, ecco che entro nel consueto stile parodisiaco (!) a commentare il tutto.
Il circo si presenta in Brasile per l'ultimo samba, pardon, l'ultima gara. Il mondiale si giocherà fra gli argentei Alonsodimaiale e Ominobianco (Hamilton, l'uomo di colore con la tuta bianca: finalmente gli ho trovato il soprannome :-D) e Iceman. Il Filippino, che qui corre in casa, promette di non stare a guardare, ma sa benissimo che dovrà comportarsi col finlandese come il suo nome suggerisce. Per una volta gli altri non faranno da comprimari, saranno determinanti come i coprinumeri della Tombola: i posti che andranno a coprire a fine gara saranno decisivi per l'assegnazione del premio finale. Nelle due squadre di punta i nervi sono tesissimi. Mentre la Ferrari non ha nulla da perdere (anche perché ormai Nigel Stepney gli ha portato via tutto), la McLaren è tutta compatta ad aiutare i suoi piloti: a far vincere Ominobianco e a far perdere Alonsodimaiale. C'era perfino Hakkinen al box McLaren, ed era il più contento di tutti: che vincesse un argenteo o il finlandese avrebbe sempre avuto da festeggiare. Lo spagnolo aveva richiesto ed ottenuto un commissario per vigilare sulla parità di trattamento nei confronti del giovane additivo, e Ron the Boss - da buon inglese - l'aveva dotato pure di cuffie per sentire le conversazioni del muretto, per garantire trasparenza: peccato che le comunicazioni propinategli erano le intercettazioni del muretto Rosso.
Con questi presupposti si va alla partenza. Per le Ferrari non va poi tanto male, poiché partono dal lato pulito della griglia: Filippino parte primo davanti al suo pubblico, Iceman - nonostante i 35 gradi - congela in terza posizione. Le Frecce partono invece dal lato sporco, quello di loro competenza, con Ominobianco che parte davanti ad Alonsodimaiale. Pronti via e le Ferrari compiono il capolavoro: Filippino si piazza davanti all'additivo e inserisce la modalità Safety Car, Iceman li affianca mentre Alonsodimaiale si gode lo spettacolo. All'uscita della prima curva Filippino rimane in testa e Iceman saluta con una scodata Ominobianco, superandolo all'esterno. Alonsodimaiale non sta a guardare e nella S di Senna va ad affiancare (facendogli ombrelli, diti medi e gesti vari) il giovane compagno. Poi cantilenando "Io ho due titoli e tu no!" lo sorpassa. E qui Ominobianco, nero di rabbia, si mostra per quello che tutti noi avevamo dimenticato: un debuttante. Nonostante la gara fosse appena iniziata, nonostante coi pit-stop pur di fargli vincere il Mondiale avrebbero lasciato il povero spagnolo sui cavalletti per metà gara, decide di tramutarsi nel miglior Juancho (il colombiano tennista, ricordate?) tentando il controsorpasso impossibile. Per sua sfortuna Alonsodimaiale non è uno Schumacher e resiste alla grande, costringendo l'inglesino alla resa sulla via di fuga e al rientro all'ottavo posto. Ron the Boss, incazzato, comincia a temere che la giornata non sarà rosea, ma rossa...
Ominobianco, poi, dà ancora spettacolo qualche giro dopo, quando riesce a scovare un Easter Egg dalla versione di Campo Minato del sistema operativo della sua macchina, ovviamente scaricato dal server del solito ex-capomeccanico Ferrari. Peccato per lui che si tratta di una burla bella e buona, un refuso di versioni precedenti che i Ferraristi avevano inserito per divertirsi sulle spalle del Barrichello, che andava pazzo per il classico dei giochini (Sochmacher non ci cascava mai: lui durante la gara giocava a GP4, e vinceva i campionati del simulatore durante le corse vere). Così l'additivo debuttante si fa sfilare dal gruppo e, al pari di molti debuttanti, cerca di farsi largo fra le retrovie. Ron the Boss comincia ad innervosirsi: "Non è che i dati sugli assetti e le strategie delle Rosse, invece che provenire dagli appunti scopiazzati di Coughlan venissero da un sistema per vincere al Lotto? Possibile che, oltre a non essere buoni di correre lealmente, non siamo in grado neanche di avere dati certi?"
Infatti le Ferrari volano fra le colline e i laghetti di Interlagos, come un kart di Tiger Woods in un campo da golf, mentre Alonsodimaiale fa quello che può, ben conscio che il suo team lo ha aiutato montandogli il motore del tosaerba Mercedes di Ciccio Haug e le gomme da masticare di mister Zeman. Da dietro Ominobianco recupera posizioni, ma nessuno gli regala niente: tutti vendono cara la pelle per farsi superare, e il debuttante per cercare una rimonta disperata tenta le tre soste. I giri passano e il Filippino rimane in testa, con Iceman dietro; fino al secondo pit-stop, quando il finlandese sta fuori 2 giri in più del compagno e balza al comando. E' la apoteosi: Iceman vince la gara e, in virtù del terzo posto di Alonsodimaiale e del settimo di Ominobianco, è campione del mondo per la prima volta in carriera.
Come qualcuno ha detto e scritto il rimpianto più grande per i Ferraristi di tutto l'Universo è stato quello di non vedere la faccia di Ron the Boss. Se la McLaren ha perso il titolo è solo colpa sua: ha puntato tutto sul debuttante (in certi frangenti faceva i tempi delle Ferrari), dando al più esperto Alonsodimaiale una macchina non all'altezza della corsa. Probabilmente - a macchine invertite - oggi saremmo a commentare il terzo titolo consecutivo dello spagnolo. Inoltre Ron dovrebbe mangiarsi le dita di mani e piedi, sue e di Ciccio Haug: oltre al fatto che con questo risultato la Ferrari vincerebbe per un punto fra i Costruttori anche senza la penalizzazione per la Spy Story (provate a sommare i punti dei ferraristi e degli argentei, e a questi ultimi togliete i 15 punti conquistati dai piloti in Ungheria, per il fattaccio ai box), il Boss dovrebbe ricordarsi che quello che oggi è il Campione del Mondo era fino all'anno scorso il suo pilota di punta: ha speso un sacco di soldi per comprare un bicampione del mondo che ha poi gestito come seconda guida. Inoltre non ha saputo tenere sotto controllo il team, permettendogli di commettere una scorrettezza inaudita e, soprattutto (ma per fortuna dello sport) di farsi scoprire. Fossi nella Mercedes ne avrei abbastanza...
Per la Ferrari, invece, è una vittoria diversa dalle altre ottenute con Sochmacher: oltre ad una squadra dirigenziale e tecnica tutta nuova e più italiana, cresciuta all'ombra di guru quali Brawn, Byrne, Stepney (purtroppo) e compagnia bella, è stata la prima ottenuta con due piloti trattati "alla pari"; il Filippino infatti ha sempre lottato per la vittoria del Mondiale, mettendosi al servizio di Iceman solo quando la matematica lo ha condannato alla resa. In ogni caso fra lui e il Campione del mondo ci sono 16 punti, simbolo della parità di trattamento in squadra.
E come ricorda il presidente del CONI Petruccioli
Dopo questa vittoria, ricordo che siamo campioni del mondo nel calcio e nel ciclismo maschile e femminile. Siamo al vertice degli sport olimpici e non. Luca Cordero di Montezemolo mette in avanti tutta la squadra ed è quello che dovremmo fare tutti.
E io aggiungo che siamo campioni anche nel motociclismo con la Ducati e Bastoner.