Tanto rumore per un nonnulla

Non riesco a comprendere perché tutta questa attenzione mediatica su Alex Schwazer. Voglio dire, il caso è chiuso: il colpevole ha ammesso il reato, sono stati presi gli immediati provvedimenti del caso e le condanne arriveranno; ma non capisco perché accanirsi ulteriormente. Intervistare o quasi pretendere i pareri dei familiari e delle persone a lui care mi sembra particolarmente eccessivo: ho un sentito un giornalista televisivo dire che la sua ragazza (la campionessa del pattinaggio artistico Carolina Kostner) «si è chiusa in un silenzio assordante». Mi chiedo: assordante di che? Per dare un segno di inequivocabile disassociazione con il reato commesso dal suo ragazzo cosa dovrebbe fare, lasciarlo?! Penso che queste siano le punte dell'iceberg del nostro mondo dorato della notorietà, dove quando vinci tutti ti osannano, ti offrono contratti di sponsorizzazione e quant'altro, e appena commetti uno sbaglio tutti sono pronti non solo a liquidarti, ma a spalarti fango addosso. Inizio a pensare che oggi sia proprio vero che un atleta vincente è condannato a vincere e basta, deve essere una "macchina da guerra".

Ma quello che non capisco sono i "metri di fango" sbilanciati, direttamente proporzionali al sensazionalismo del momento e non alla reale gravità dei fatti. Penso per esempio a casi ben più gravi e tuttavia meno eclatanti come quello di Riccardo Riccò: uno che per sua ammissione ha praticato autoemotrasfusione (conservando il proprio sangue nel frigorifero di casa per 25 giorni) e accusando di conseguenza un blocco renale, merita giustamente la squalifica che gli è stata comminata, ma dovrebbe scaturire più di un interrogativo, e dibattiti su dibattiti su come si può arrivare a fare una cosa così orribile e rischiosa per la salute.

In ogni caso con tutti i problemi che al giorno d'oggi il mondo ha, penso che la positività all'EPO di Alex Schwarzer sia la cosa meno importante. Ha sbagliato e pagherà, ma dovremmo tutti tacere un po' di più. Mentre dovremmo iniziare a parlare di quello che veramente non va.

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